Justo y Sustentable Italia: enero 2012

viernes, 27 de enero de 2012

Fine di una barbarie

 I cancelli dei manicomi criminali non si apriranno più per nessuno. E nelle carceri italiane ci saranno meno detenuti. Il Senato ha approvato il decreto contro il sovraffollamento 1 con 26 i voti favorevoli, 40 contrari e 8 astenuti. Il provvedimento ora passa alla Camera, per convertirlo c'è tempo fino al 20 febbraio. All'interno anche un emendamento, deciso a maggioranza, che prevede la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari entro il 31 marzo 2013.

Sono passati 600 giorni da quando, nel giugno 2010, la Commissione d'inchiesta del Senato sull'efficacia ed efficienza del Servizio sanitario nazionale entrò nel manicomio criminale Barcellona Pozzo di Gotto (Me). "Davanti a noi - racconta il senatore Ignazio Marino, presidente della commissione - uno spettacolo imbarazzante. Le lenzuola sporche, i muri scrostati dall'umidità, la muffa, i materassi accatastati, gli uomini lasciati senza cure e costretti in condizioni disumane. Il primo uomo che ho visto era nudo, legato con delle garze, sdraiato su un letto. Era in queste condizioni da cinque giorni"......vedere l'articolo  in data odierna di Andrea Sarno su http://www.repubblica.it/  

martes, 24 de enero de 2012

Il cibo di domani

LA SCIENZA

A tavola nel 2050 tra alghe e locuste
"Così nutriremo 9 miliardi di persone"

Dopo la rivoluzione verde per moltiplicare la produzione agricola eccon una nuova emergenza per il pianeta. Gli scienziati puntano a soluzioni insolite e la Ue ha stanziato un fondo di 3 milioni per ogni Paese europeo che usi insetti in cucina

di ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Cosa mangiamo oggi? Una zuppa di alghe, un bel piatto di insetti fritti o un hamburger artificiale? Potrebbero essere queste le prelibatezze offerte dal menù intorno all'anno 2050, se vogliamo sfamare i 9 miliardi e mezzo di terrestri che esisteranno intorno a quella data. Studi delle Nazioni Unite indicano che nei prossimi quarant'anni sarebbe necessario raddoppiare la produzione mondiale di cibo, per nutrire i 2 miliardi e mezzo di terrestri in più che si aggiungeranno ai 7 oggi esistenti. Ma raddoppiare il cibo prodotto è più facile a dirsi che a farsi: un miliardo di persone soffrono già ora di fame cronica, ci sono scarse terre vergini su cui espandere nuovi raccolti agricoli o allevamenti, gli oceani stanno svuotandosi di pesci e rischiamo di rimanere perfino senza acqua, che gli ecologisti definiscono "il nuovo petrolio", la risorsa naturale per la quale si combatteranno le guerre del prossimo futuro.

viernes, 20 de enero de 2012

AWID

Violenza di genere

ROMA - "No, non sono scivolata nella doccia". È la frase che potrebbe dire ognuna delle milioni di donne vittime di violenza in Italia. È anche l'evocativo titolo di un interessante volumetto presentato presso l'altro giorno nell'Aula Magna dell'ospedale San Camillo, frutto dell'esperienza di due anni di lavoro di "Sportello Donna H24" all'interno del Pronto Soccorso dell'ospedale romano.

Italiani violenti. Ogni tre giorni in Italia una donna viene uccisa per mano del proprio partner. Il femmicidio, nel nostro Paese, è ormai in crescita costante: se nel 2005 morivano 84 donne per mano violenta e motivi esclusivamente legati a misoginia e sessismo, nel 2010 si è raggiunto il numero di 127 persone (Fonti: Casa delle Donne 1 per non subire violenza). Si attendono con preoccupazione le statistiche dell'anno appena trascorso. Secondo l'ISTAT, poi, una donna su quattro subisce violenza estrema nell'arco della vita.

Un fenomeno drammatico e ampio. Che trova il suo terreno ideale di coltura nel silenzio omertoso di chi sa, ma tace, e di chi, terrorizzato, subisce cucendosi la bocca e il cuore. Non è facile per una donna, vittima di violenza, ammettere la propria drammatica situazione e trovare il coraggio di denunciarla. Tanto meno iniziare un processo di riabilitazione e liberazione. A Roma, Be Free 2, una ONLUS da anni radicata nel campo del contrasto
alla violenza di genere, ha ideato un metodo semplice quanto geniale per sostenere donne vittime di abusi e aiutarle a scegliere di spezzare un circolo drammaticamente vizioso.

Paura di rivlgersi al Centro. "I Centri anti-violenza sono l'ultima risorsa per una donna vessata - spiega Oria Gàrgano, presidentessa di Be Free - e lavorano in genere molto bene. Il problema è che la donna deve "decidere"di andarci. E questo è tutt'altro che scontato". Due anni fa, Be Free ha scelto di far nascere il suo Sportello Donna H24, proprio dove va la donna dopo un episodio di violenza e di tenerlo sempre aperto. "Abbiamo deciso di collocarci dentro il Pronto Soccorso più grande d'Italia, quello del San Camillo, appunto, e di rimanere aperti 24 ore su 24, 365 giorni all'anno".

I primi due anni di lavoro. In due anni di lavoro, il servizio è riuscito a prendersi cura di oltre settecento donne e di sostenerle nel loro processo di affrancamento dai propri aguzzini, oltre che di cura delle lesioni. Un successo enorme che ha molteplici motivi. La donna che giunge al servizio di emergenza dell'ospedale a seguito di un abuso, trova immediatamente a sua disposizione, oltre che personale sanitario, operatrici di Be Free in ogni momento del giorno e dell'anno. La presa in cura di una struttura pubblica così importante come quella dell'ospedale, così come la perizia del personale Be Free, tutto rigidamente al femminile secondo un principio di "donna ascolta donna", la fa sentire al sicuro, compresa. L'inizio di un processo di ammissione e successiva liberazione, a quel punto, è molto più probabile.

Profili complessi. Difficile tracciare un profilo di chi agisce così come di chi subisce violenza. Il fenomeno non conosce limiti e attraversa linearmente tutta la società. Dai dati raccolti dallo sportello in 24 mesi di lavoro a Roma, risulta che il 58% delle donne sono sposate o conviventi mentre il 13%, divorziata o separata. Parlando di età, poi, si scopre che dopo aver picchiato e brutalizzato in maggioranza (26%) donne tra i 29 e i 38 anni, il carnefice non si fa scrupoli a rivolgersi a minori (2 % ) e anche a donne anziane o estremamente anziane (5%). Ci sono poi impiegate (13%), colf (10%), badanti (6) così come pensionate (9%) e studentesse (6%). Questo popolo femminile sofferente è molto italiano, il 58%, seguito dal 15 di donne europee dell'est. Interessante lo spaccato maschile. La stragrande maggioranza dei violenti sono italianissimi (54,5%), l'8% è operaio, il 6 impiegato, il 4 disoccupato. Mentre nel 46% dei casi, la professione non viene segnalata

Odi et amo. Mariti, compagni, amanti, fidanzati e parenti. Ecco chi maltratta le donne nel 61% dei casi. E lo fa attraverso violenza privata - quasi sempre ripetutamente - (89%), con reiterate minacce (91%), per mezzo di violenza economica (45%), molestando sessualmente (23%) o stuprando (16%), segregando o sequestrando (18%) e combinando due o più "tecniche".

Be Free e San Camillo.  Questa esperienza ora rischia di finire in archivio. Da ottobre, scaduta la convenzione con l'ospedale, le operatrici, legate alle tante donne che si rivolgono allo sportello in costante ascesa, continuano a prestare servizio, ma senza percepire salario. "Per noi è un centro fondamentale - rassicura il Professor Morrone, Direttore Generale del San Camillo - che funziona molto bene proprio perché si trova in questo ospedale. Può contare su una rete molto specializzata dei nostri medici, infermieri, psicologi, del Pronto Soccorso e non solo. È una sinergia molto efficiente. Ho chiesto che Be Free presenti progetti per continuare a viaggiare insieme".
  pubblicato da "La Repubblica"

La maratona del 22 gennaio a Roma

Maratoneta, poeta e 'desaparecido'
Ritorna la Corsa di Miguel

Il 22 gennaio a Roma  si corre la dodicesima edizione della gara sui 10 mila metri lungo il Tevere, nata per ricordare il 25enne argentino scomparso durante la dittatura militare nel 1978. Un appuntamento ormai classico che richiama migliaia di persone e che ha trovato un evento 'parallelo' anche a Buenos Aires FOTO 1

martes, 17 de enero de 2012

Sconfitta la Poliomelite in India

CALCUTTA - Una bambina di due anni originaria di Calcutta, Ruksana Khatun, passerà forse alla storia come l'ultima vittima indiana della poliomielite. Questa almeno è la forte speranza della comunità scientifica e dell'India che, dopo il caso registrato nella capitale del West Bengala il 13 gennaio 2011, ha appena compiuto il suo primo anno senza il virus. Un anniversario promettente per le organizzazioni sanitarie internazionali, impegnate due oltre due decenni nella lotta globale contro una delle malattie più tenace che esistano, e per la popolosa nazione asiatica, che solo nel 2009 contava il maggior numero di casi al mondo.

Il punto di svolta. "Siamo ad un enorme punto di svolta", ha dichiarato Bruce Aylward, capo della campagna anti-polio dell'Organizzazione mondiale della sanità 1 (Oms). Commenti entusiastici anche dagli uffici Unicef di Nuova Delhi: "Una pietra miliare nella lotta all'eradicazione del virus", ha dichiarato lo specialista Rod Curtis. Che però, come altri esperti e il governo indiano, ha messo in guardia da premature dichiarazioni di vittoria: "Il compiacimento è forse ora la principale minaccia alla riuscita del programma" di vaccinazione. Perché potrebbe tradursi nell'interruzione della volontà da parte dei genitori di far immunizzare i propri figli. E, quindi, creare il rischio di un nuovo contagio, decisamente alto in una nazione dove ogni anno nascono
26 milioni di bambini.

Il risultato resta eccezionale. Soprattutto, considerate le premesse che offriva il Subcontinente indiano: una popolazione poderosa, scarse infrastrutture sanitarie e fognarie, una povertà diffusa, un tasso di malnutrizione da record. Un terreno fertilissimo per un virus altamente contagioso che si diffonde principalmente attraverso acqua e cibo contaminati. Non a caso, quando nel 1988 venne lanciata dall'Oms l'"Iniziativa globale per lo sradicamento della poliomielite", gli stessi esperti sanitari erano assai scettici rispetto alla riuscita del programma nel Paese. All'epoca dei 350mila bambini paralizzati dalla polio sulla Terra la metà erano indiani. E solo fino a tre anni l'India fa registrava la cifra record di 741 casi (sui 1.604 nel mondo).

jueves, 12 de enero de 2012

Justo y Sustentable Italia: Equità di Genere

Justo y Sustentable
Da Darwin in poi il dibattito è sempre stato in auge. Uomini e donne sono sottoposti a pressioni evolutive diverse e a separare i due sessi c'è un solco profondo, sosteneva il naturalista. Marco Del Giudice, psicologo dell'università di Torino, scrive sulla rivista Public Library of Sciences che lo scarto fra i due sessi esiste, eccome. "L'idea che ci siano solo piccole differenze di personalità fra uomini e donne va ripensata perché è basata su metodi inadeguati". La ricerca è stata condotta da Del Giudice con due colleghi della Manchester Business School su un campione di 10mila americani su 15 diversi tratti della personalità. La discrepanza maggiore riguarda la sensibilità, tradizionale dominio femminile. Le donne registrano valori molto alti anche per quanto riguarda il calore e l'apprensione, mentre gli uomini si distinguono per equilibrio emotivo, coscienziosità e tendenza alla dominanza. Perfezionismo, vitalità e tendenza all'astrazione vedono invece la quasi totale parità fra i sessi. "I maschi - spiega Del Giudice - si descrivono come più stabili emotivamente, più dominanti, più
legati alle regole e meno fiduciosi, mentre le femmine si vedono come più calde emotivamente, meno sicure di sé e più sensibili". La ricerca torinese ribalta quello che era considerato l'ultimo grido in fatto di studi sui rapporti fra uomini e donne. per quanto riguarda la sessualità o i criteri di scelta del partner c'è accordo sul solco che divide uomini e donne, l'analisi dei tratti della personalità è sempre stato terreno di contesa. "I nostri dati ribaltano la concezione secondo cui le differenze di genere nella personalità sono trascurabili" spiega oggi Del Giudice. "A differenza di altri studi, noi abbiamo studiato le caratteristiche dei due sessi in modo più preciso. E abbiamo osservato che le differenze aumentano nettamente se invece di misurare un tratto alla volta si prendono in considerazione tutte le variabili insieme". Il risultato, aggiunge lo psicologo torinese, è che "i profili di personalità tipici dei maschi e delle femmine si sovrappongono solo per il 10-20 per cento. Si tratta di una differenza di grandi dimensioni, anche se ovviamente parliamo di profili statistici che non descrivono le singole persone e lasciano spazio alle table Italia: Equità di Genere

lunes, 9 de enero de 2012

Interessante iniziativa sul commercio equo e solidale

Tre giovani italiani hanno intrapreso un'attività di commercializzazione equo e solidale del caffé.
Seguendo la tendenza attuale del caffé in cialde hanno fondato la " Critical Coffee" per l'attivazione di un contratto di  comodato della macchina + 300 cialde assortite tra Natura Equa e 
Kafequo. Critical Coffee ha deciso di riservare, ad enti ed organizzazioni no-
profit, un programma dedicato, che si chiamerà "CriCo ti ricarica" e 
che funzionerà così:
l'ente interessato ad aderire potrà proporre, ad amici e sostenitori, 
la sottoscrizione di un contratto di comodato con Critical Coffee.
Critical Coffee assegnerà all'ente indicato dal cliente 1 centesimo di 
euro a caffè, che verranno corrisposti in forma di donazione alla fine 
dell'anno.
Per i sostenitori è un modo semplice e non gravoso per contribuire 
alla causa che sta loro a cuore (il centesimo è compreso nel prezzo 
del caffè)
 Per le associazioni e le organizzazioni no profit è un modo per 
avere un introito continuo e garantito, proporzionato al numero di 
persone che sono riuscite a coinvolgere nell'iniziativa.
Per i fondatore di "Critical Coffee" è un modo per avere visibilità, facendosi conoscere 
attraverso le realtà in cui si riconoscono  e che sostengono.




Contatti:
Per avere maggiori informazioni e aderire alla  proposta
Telefono 06 83084676 (orario 9,00 – 17,00)
Cellulare 328 6259723